Loggia Amore e Psiche n.110 di Venezia

LA LETTERA DEL M.d.L.


UN PICCOLO SPAZIO


Carissimo Fratello,
da quanto tempo sei un libero muratore?
Io sono stato iniziato il 23 gennaio 2015, presso il bellissimo tempio di Udine, purtroppo non più esistente, del quale trovi in calce qualche foto.
Alla fine della cerimonia sono stato abbracciato dagli altri fratelli, che mi hanno dato il loro caloroso benvenuto nella Muratoria. D’ora in poi, mi dicevano, farai parte della nostra venerabile Istituzione. Il senso di appartenenza inorgoglisce, ma è un punto di arrivo? Ovviamente no, e lo sappiamo bene, in quanto l’Esortazione ci dice:

Come ultima raccomandazione generale, vi esorto a dedicarvi ad ogni ricerca che di voi possa fare contemporaneamente un uomo rispettabile nella vita, utile ai suoi simili e capace di fare onore all’Istituzione di cui oggi siete entrato a far parte. Studiate particolarmente, tra le Scienze e le Arti Liberali, quelle che rientrano nell’estensione del compasso delle vostre capacità, e, senza dimenticare i normali doveri della vostra condizione sociale, sforzatevi di compiere un avanzamento quotidiano nella conoscenza della Muratoria.

Avanzamento quotidiano... Pensai che era un bell’impegno, dedicare ogni giorno uno spazio a questo mio nuovo percorso, con tutte le incombenze lavorative e famigliari! Tuttavia con il tempo ho capito che questo impegno può essere declinato in vari modi. L’essenza, io credo, non sta nel riservarsi necessariamente chissà quante ore di studio, ma mantenersi uno spazio mentale dove ogni tanto ritornare col pensiero, fosse anche per pochi istanti. Un rifugio dal clamore della vita. L’aggancio può essere un articolo letto casualmente sul giornale, o una discussione con un profano, spunti che ci possono far “saltare” per qualche minuto nel nostro mondo muratorio mentale, per confrontarci con i contenuti che abbiamo trovato nel rituale e con i suoi simboli. Un esempio? Tempo fa ho avuto a che fare con un fornitore della mia azienda che nel suo logo aveva posto un triangolo perché, diceva, gli dava “un senso di equilibrio”, e si trattava di un assoluto profano. Questo mi ha fatto riflettere durante il viaggio di ritorno a casa, un quarto d’ora circa. Ciò è stato possibile perché ho voluto lasciare quel po’ di tempo a questo pensiero durante il mio viaggio in auto.

Il punto è proprio questo: abbiamo noi il controllo, possiamo noi decidere se concederci questo spazio mentale. Tra le molte domande che si pongono ad un bussante durante la tegolatura non dovrebbe mai mancare anche questa: sei disposto a trovare sempre un po’ di questo spazio?

A presto!
S&F Ven. Fr. M.B. M.d.L.

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