Loggia Amore e Psiche n.110 di Venezia

LA LETTERA DEL M.d.L.

 

G.A.D.U.

 

Carissimo Fratello,
come hai potuto vedere, le precedenti lettere hanno fatto sorgere un piccolo dibattito sulla comprensione che ciascuno ha del Grande Architetto dell’Universo, il GADU. Per contribuire, riporto qui il punto di vista del prof. Giuliano Di Bernardo:
“Quando si parla di trascendenza si allude ad un fondamento della realtà che trascende, ossia supera essenzialmente, l’orizzonte limitato di ciò che possiamo sperimentare. [...] La trascendenza però può essere concepita in due sensi: in senso ontologico o in senso regolativo. La trascendenza è intesa nel primo senso se il fondamento trascendente l’orizzonte dell’esperienza è concepito come qualcosa di reale in sé, di realmente esistente, anche se cade al di là delle nostre capacità di esperienza. La trascendenza è invece intesa in senso regolativo se, pur non riconoscendo al fondamento delle cose una reale esistenza, essa vale a farci considerare kantianamente il mondo come se esso dipendesse (e perciò fosse garantito) dall’esserci del rispettivo fondamento trascendente. [...] Il principio regolativo, in definitiva, vale a far considerare le cose del mondo come se avessero la loro esistenza da un’Intelligenza suprema. [...] Il trascendente viene così ad avere una portata fondamentale per dare unità e sistematicità anche all’esperienza etica dell’uomo. [...] Tale principio trascendente, usato in Massoneria per caratterizzare l’Essere Supremo (o G.A.D.U.) [...] non deve essere pensato come realtà effettiva, in quanto ciò verrebbe ad esprimere attributi che lo qualificano e lo specificano come Dio di una religione. Tutte le religioni infatti concepiscono la trascendenza come qualche cosa di realmente esistente, ossia nel senso ontologico. [...] L’Essere Supremo, viceversa, non può che essere una trascendenza regolativa, poiché solo così si evita il rischio di conferirgli una qualificazione religiosa e, nello stesso tempo, se ne può parlare come fine ultimo verso cui tende il massone nel suo perfezionamento iniziatico. L’ammettere in Massoneria un principio trascendente, sia pure regolativo, significa inoltre escludere l’esistenza di concezioni apertamente fondate sul materialismo ateistico. Si evita infine al massone di pronunciarsi sulla divinità. [...] All’Essere Supremo va riconosciuta solo la possibilità di svolgere le due suddette funzioni (quella di rappresentare il fine ultimo e quella di giustificare la morale), poiché ogni ulteriore specificazione lo assimilerebbe al Dio di una religione e la Massoneria diventerebbe perciò una religione.” (1)
Considerare il GADU un mero principio regolativo è sicuramente problematico e forse “estremistico” per chi invece considera l’Essere Supremo una forma del divino realmente esistente, quale che sia il suo credo religioso.
Forse potremmo dire che, proprio per la natura problematica di una qualsiasi definizione (quella di Di Bernardo compresa), il concetto di GADU è un’efficace astrazione che consente di riferirsi al divino come il cuore di ciascun fratello riesce a sentirlo, senza restrittive preferenze o superficiali semplificazioni.


A presto!
S&F Ven. Fr. M.B. M.d.L.

 

1) G. Di Bernardo, Filosofia della Massoneria e della tradizione iniziatica, Venezia, Marsilio 2016, pagg. 65 - 67

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