Loggia Amore e Psiche n.110 di Venezia

LA LETTERA DEL M.d.L.

- Simbologia ricorsiva

 

Carissimo Fratello,
vorrei condividere con te un altro pensiero riguardante i Quadri di Loggia, o Tavole di Tracciamento. Nel testo “Anatomia dei quadri di loggia” di Percy John Harvey si legge quanto segue riguardo la “pittura ricorsiva”:


“La pittura ricorsiva è un procedimento pittorico basato sul principio di ricorsività. Essa consiste nell’inserire in un quadro una replica, generalmente più piccola, del quadro stesso. [...] Il “Ritratto dei coniugi Arnolfini” di Van Eyck, rappresenta un esempio di pittura ricorsiva. Lo specchio convesso riflette la scena della coppia, nella quale appare lo specchio stesso, che a sua volta riflette la stessa scena. [...] Con le diverse forme degli oggetti simbolici disposti nel Tempio, la decorazione e l’installazione della loggia producono una duplicazione degli elementi simbolici del grado, già raffigurati sul quadro di loggia [...]. Il quadro di loggia stesso facendo parte dell’installazione del Tempio, implica una ricorsività simbolica della loggia, poiché rappresenta la loggia stessa. [...] Il quadro di loggia ha quindi il compito di concentrare il simbolismo del grado”(1).


Avevo sempre pensato al Tempio come un insieme ordinato di simboli atti a richiamare la sensibilità di ciascun fratello, tramite la sollecitazione sottile di contenuti presenti nel profondo di ognuno, e non raggiungibili durante la comune vita quotidiana, ma non mi ero mai soffermato sul fatto che la Tavola di Tracciamento è di fatto una duplicazione dei simboli già disposti nella sala.
P.J. Harvey paragona questa ricorsività a quanto presente in natura: si tratta dei “frattali” figure la cui struttura si ripete in scale diverse (p.es. foglie, cristalli). Tale ripetizione non è certamente inutile, come nulla è inutile in natura, ma rinforza la struttura dell’oggetto stesso, e lo mantiene in ordine su più livelli. Harvey dunque applica queste considerazioni alla presenza ricorsiva dei simboli in loggia: i fratelli sperimentano l’ordine dato dai simboli del Tempio su scale diverse, proprio per sollecitare diversi livelli di consapevolezza.
Talvolta sono portato a pensare che certe elucubrazioni come questa magari lasciano, come si suol dire, il tempo che trovano, però mi interessa condividere l’approccio: non cessare mai di porsi domande sui simboli che ci circondano e che incontriamo nel nostro percorso muratorio. Forse alcune considerazioni che ci sorgono con il tempo e il progresso interiore poi ci sembreranno ingenue, superate se non addirittura inutili, ma in realtà sono sempre frutto del nostro lavoro di levigazione della pietra. I pezzi scartati non sono inutili, perché senza la consapevolezza che dovevano essere scartati non si avrebbe alcun progresso nella lavorazione.

 

A presto!

S&F

Ven. Fr. M.B. M.d.L.

 

(1) “Anatomia dei Quadri di Loggia”, P.J. Harvey, pagg. 111-112, Ed. Mediterranee, Roma 2014

 

Immagine:

Ritratto dei coniugi Arnolfini, Jan Van Eick, 1434

 

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